PER SOGNARE UN PO'...
------------------------------------------------------------------------------

La favola non smette mai di affascinare, sia i piccini sia i grandi. Le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.

                          

lunedì 21 febbraio 2011

Nel paese dei mostri selvaggi

Si tratta di un libro scritto da Maurice Sendak nel 1963 che narra le avventure immaginarie di un bambino di nome Max, travestito con un costume da lupo, che dopo un litigio con la mamma che lo definisce “Mostro Selvaggio” lo manda in castigo nella propria camera senza cena.
Nella stanza incomincia a crescere una rigogliosa foresta che ricopre le pareti: Max inizia ad esplorare il luogo e trova una piccola barca sulla quale incide il proprio nome, e con la quale parte per un viaggio che sembra durare mesi, forse anni, che lo conduce nel paese dei mostri selvaggi.
Il bambino inizialmente intimorito riesce però a superare la paura iniziale fissandoli negli occhi.
Con il passare del tempo nasce una profonda amicizia tanto che i mostri decidono di proclamarlo il loro re, celebrando una “ridda selvaggia”, un ballo di gruppo. Max però, essendo stato lontano da casa per molto tempo, inizia a sentirne la mancanza decidendo, contro il volere dei mostri, di farvi ritorno e, arrivato nella propria cameretta, ritrova la cena che la mamma gli aveva portato ancora calda.
L’autore utilizza una modalità narrativa che rende la storia ricca di significato in quanto utilizza le immagini e gli spazi in modo dinamico, che si modificano a seconda dello stato d’animo del protagonista.
Le illustrazioni si ampliano sempre più nelle pagine del libro, ed in questo modo il protagonista lascia la realtà, caratterizzata dalla “violenza”della rabbia verso la mamma che lo ha punito, per entrare nel mondo della fantasia.
Il punto massimo della rappresentazione si ha quando si presentano in successione tre pagine illustrate senza spazi bianchi che in seguito, dopo un improvviso cambiamento interiore del protagonista, quando sentirà la mancanza della propria casa, lo indurrà a ritornare sui suoi passi, e lentamente gli spazi bianchi si rimpossesseranno della pagina.
Quando Sendak consegnò l’albo alla casa editrice questa era preoccupata dalla rappresentazione grafica dei mostri, perché temeva che potesse spaventare i bambini, oltre al fatto che il formato scelto era poco utilizzato e dispendioso.
All’inizio infatti le vendite non raggiunsero le aspettative a causa delle sembianze dei mostri che bloccavano i genitori dall’acquistare il libro, e dalle recensioni negative della critica, che si divideva tra coloro che ritenevano la storia non adatta ai bambini, e quelli che invece consideravano Sendak un pioniere nell’ambito della letteratura per l’infanzia. Ma a dispetto di quanto si era detto, il libro piaceva molto ai bambini diventando uno dei libri per l’infanzia più richiesto.
Alcuni genitori criticarono il fatto che nella storia Max gridava contro la sua mamma e, addirittura, scappava di casa, mentre, invece, secondo altri, era da apprezzare l’insegnamento positivo quando Max trasformava la sua rabbia in modo produttivo, sfogandola nella fantasia del viaggio immaginario che lo porterà a concludere a non permettere più che la rabbia lo allontani dalle persone care.
Il fatto che la storia non presenti una morale diventa oggetto di aspre critiche da parte di Bettelheim, che come già ampliamente spiegato nel primo capitolo relativo alla fiaba, sostiene come essa debba aiutare il bambino a sconfiggere il mostro interiore che lo opprime offrendo delle soluzioni positive; egli del libro di Sendak critica l’immagine del bambino che litiga con la mamma e che come soluzione ai suoi problemi fugge da casa anche se solo con la fantasia.
Bettelheim giunse persino a dichiarare a Sendak:“Odierò per sempre il tuo libro”.
Le illustrazioni dei mostri sono sia spaventose che spiritose allo stesso tempo, lasciando riflettere il protagonista sulle proprie emozioni, tanto che Max diventa un personaggio in cui i bambini si possono identificare; la “ridda selvaggia” ed i mostri perciò permettono di dare sfogo all’aggressività e alla frustrazione, che fanno parte della crescita.
Le parole di Sendak a questo proposito sono molto significative:”Sin dalla più tenera infanzia i bambini convivono con emozioni dirompenti; paura ed ansia fanno intrinsecamente parte della loro vita quotidiana, devono confrontarsi meglio che possono con continue frustrazioni.
Attraverso la fantasia i bambini giungono alla catarsi … è il migliore strumento per dominare i Mostri Selvaggi”.

Nessun commento:

Posta un commento