PER SOGNARE UN PO'...
------------------------------------------------------------------------------

La favola non smette mai di affascinare, sia i piccini sia i grandi. Le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.

                          

martedì 22 febbraio 2011

La mia esperienza di tirocinio

Quest’estate ho svolto il tirocinio promosso dall’università presso una scuola materna - nido Integrato a Rovigo per un totale di 250 ore.
L’attività ha rappresentato per me un’esperienza molto significativa, e che ha contribuito a rafforzare la mia scelta verso il lavoro futuro che andrò a compiere, in quanto mi ha permesso di mettersi in gioco e di confrontarmi con i vari momenti che caratterizzavano la giornata al nido.
Sono riuscita ad acquisire maggiore sicurezza e fiducia in me stessa perché ho avuto a che fare con educatrici molto qualificate, che mi hanno aiutato in ogni momento e nei miei confronti si sono sempre dimostrate disponibili, venendo incontro alle mie esigenze e magari correggendomi quando inconsciamente stavo sbagliando senza rendermene conto, cercando comunque di non farmi pesare un errore, ma inducendomi ad assumere un atteggiamento positivo, tranquillo e rassicurante.
Fin dal primo momento sono stata subito coinvolta nei vari momenti che scandivano la giornata, e ho cercato sempre di offrire il mio aiuto per rendermi conto direttamente come risolvere i problemi che si presentavano e per capire come i bambini reagivano alle varie attività proposte in sezione in gruppo o singolarmente, e nei momenti di condivisione come quelli dell’accoglienza e del pranzo in cui nido e materna sono uniti.
Una cosa che mi ha lasciato molto stupita, ma allo stesso tempo felice, è che i bambini erano entusiasti quando si trattava di svolgere nuove attività che facevano parte della progettazione annuale: si preparavano subito tutti seduti sulle seggioline ai banchi pronti ad aspettare il compito che l’educatrice avrebbe assegnato loro.
Li trovavo tutti molto intelligenti e desiderosi di provare, sperimentare e mettersi in gioco, senza timore se quello che facevano potesse essere sbagliato o meno, e pronti ad accettare il consiglio se venivano corretti, e spesso succedeva che venissero a chiedere se quello che avevano realizzato andasse bene, felici per aver svolto una nuova attività.
Avevano bisogno di essere stimolati, sembrava quasi lo chiedessero con gli occhi, sapevano di poter imparare tanto dagli adulti che li circondavano: mi rendevo conto di trattarli non come piccoli sottovalutando le loro potenzialità o capacità solo perché erano bambini, ma come “personalità attente” che si emozionavano per le cose più semplici.
Per sottolineare la grande attenzione ed intelligenza di questi bambini mi viene da pensare a come fossero attratti dai libri e la loro voglia di sfogliarli: il momento di aprire il baule con tutti i libretti colorati era molto atteso e appena ne estraevano uno, subito mi chiedevano di raccontare loro la storia.
Al giorno d’oggi, in cui la televisione e i videogiochi sembrano avere il primato sulle relazioni, sul piacere della scoperta e sullo stare assieme con gli altri per condividere qualcosa in compagnia, questi bambini rappresentano una eccezione e il loro comportamento si dimostra differente da quello di molti altri che spesso anche a casa sono lasciati soli di fronte alla tv babysitter, e i genitori per mancanza di tempo da dedicare loro gli propinano dei cartoni animati perché stiano tranquilli.
È bene sapere adottare delle strategie per mantenere viva la loro attenzione e il loro interesse, ad esempio tramite la drammatizzazione del racconto, oppure leggendo il libro mostrando loro le immagini in sequenza della storia, perché capiscano lo svolgimento cronologico e si immedesimino nei personaggi delle avventure.
Sono rimasta molto colpita da una bambina che era appassionata alla storia di Cenerentola e mi chiedeva di leggerla molte volte, sia per un senso di sicurezza che le derivava, dal momento che ripercorrendo assieme il racconto, lei poteva anticiparmi ciò che sarebbe accaduto nella pagina, e sia perché a lei piacevano molto il colore rosa e le storie di principesse, tanto che un giorno, terminato il racconto, ha preso per mano un suo compagno e si è immedesimata nel ruolo di Cenerentola al ballo con il principe.
Questo mi ha fatto sorridere e scaldato il cuore, perché ha significato per me essere riuscita a trasmettere qualcosa dal mio racconto, tanto da stupirla fino al punto di rivivere la situazione della storia, e le ha permesso di giocare con la fantasia e mettere in atto il gioco simbolico.
Per quanto riguarda la messa in atto del mio progetto ho ricevuto tutto il sostegno e l’aiuto necessario dalle educatrici e in modo particolare da Chiara, la mia tutor aziendale, che ha cercato di capire quali erano le mie difficoltà e ha fatto in modo di mettermi a mio agio di fronte ai bambini ai quali dovevo raccontare la storia, presentadomi e invitandoli a fare particolare attenzione perché avrei raccontato delle storie molto belle, che sarebbero piaciute loro.
Le varie letture proposte sono state concordate di volta in volta in base anche alle esigenze delle educatrici, che dovevano portare a termine le attività che facevano parte della progettazione annuale, e alle quali anch’io ho dato il mio contributo per realizzarle.
Il mio progetto si rivolgeva sia ai bambini del nido dai 24 ai 36 mesi della sezione primavera, sia ai bambini del primo ciclo della scuola materna, anche se per quanto riguarda una lettura, è stata svolta un’attività congiunta con i bambini sia di 3 che di 4 anni.
La prima lettura scelta riguardava la storia de I tre Porcellini che, essendo la prima esperienza di fronte ad un gruppo di bambini che non mi conosceva, si è svolta con l’ausilio di Chiara.
La storia era ben nota ai bambini, per cui si è voluto sfruttare questa caratteristica per meglio avvicinarli alla lettura e al mio progetto, e perché si sentissero sicuri dell’attività che dovevano svolgere.
Prima è stata presentata ai bambini di 3 anni tramite la lettura drammatizzata riproducendo i movimenti e i comportamenti dei personaggi, caratterizzando la voce a seconda del ruolo che veniva interpretato: la reazione dei bambini era di stupore.
Attirati com’erano dal racconto, ne seguivano tutte le fasi, e ridevano dei cambi di voce quando si interpretava il ruolo del lupo con la voce grossa e riproducevano il suo soffiare verso ciascuna delle case dei tre porcellini.
In seguito è stato proposto ai bambini di provare essi stessi a ripercorrere i vari momenti della storia, interpretando i ruoli dei vari personaggi: ciò ha avuto l’effetto di farli divertire entrando pienamente nel racconto, ed il momento che aveva per loro l’effetto più significativo era proprio il soffiare del lupo interpretato dal bambino, che, quando giungeva presso la casa di ognuno dei maialini, inseguiva il maialino che stava scappando cercando di raggiungerlo.
Al termine di questa attività i bambini a coppie o a gruppetti di tre dovevano colorare con i pennarelli i vari momenti della storia che sceglievano loro a seconda se era piaciuto di più il lupo che soffiava o i porcellini nella casetta, cercando di rispettare però, quelli che erano i colori reali dei personaggi e delle cose ( i porcellini di colore rosa, il lupo grigio …).
Questa attività in coppia o in gruppo serviva per far emergere in loro il concetto di condivisione con il compagno, per esempio dei pennarelli, e di cosa ognuno doveva colorare nella scena, perché capissero l’importanza del lavorare in gruppo oltre al rispetto di alcune regole che erano state introdotte nell’attività, e che sono presenti anche nella realtà quotidiana.
I disegni colorati dai bambini venivano disposti in sequenza, dopo che erano stati ordinati con l’aiuto dell’educatrice, e veniva realizzato in questo modo un cartellone a testimonianza dell’attività svolta, per lasciare un segno tangibile da appendere in sezione come ricordo per i bambini che erano stati i veri protagonisti dell’attività.
La lettura è stata proposta in maniera più semplificata anche ai bambini del nido che conoscevano molto bene la storia in tutti i passaggi, perché abituati a sfogliare i libretti presenti in sezione, e i personaggi erano stati stampati in fogli A4 perché i bambini sono molto attenti alle immagini e chiedono spesso di poter vedere meglio, per soddisfare la loro curiosità ed intelligenza.
E’stata svolta la lettura drammatizzata, in cui veniva letta la storia mimando con i bambini il soffiare del lupo quando si presentava ad ognuna delle case, caratterizzando la voce del lupo perché, essendo più grossa e forte, stuzzicava il loro interesse, contro la voce più flebile e paurosa dei porcellini.
I bambini hanno partecipato con grande entusiasmo disposti in cerchio per poter vedere anche nel libretto cosa facevano i vari personaggi, si sono dimostrati attenti e incuriositi: non c’è stato nemmeno bisogno di richiamarli perché osservassero meglio o ascoltassero, perché erano talmente attratti dal libro e dalla storia che conoscevano bene, che anticipavano il mio racconto, narrando ciò che sarebbe avvenuto in seguito.
Può essere utile lasciare qualcosa ai bambini dell’attività svolta perché possano averne un riscontro fisico, un oggetto, un disegno o cartellone, perché possano realmente venire a contatto con qualcosa fatto da loro, a testimonianza del lavoro svolto.
È stato poi chiesto loro di disegnare con i colori a cera i tre porcellini e il lupo in una scena che li ha colpiti maggiormente, e questo ha permesso di verificare se hanno scelto di utilizzare i colori che rispecchiano nella realtà i personaggi, e come evolve la loro capacità di rappresentazione e la manualità fine: il disegno sarebbe stato poi inserito nella cartellina personale di ogni bambino che, a fine anno, sarebbe stata consegnata ai genitori.
Un’altra lettura che ho deciso di affrontare con i bambini perché ho trovato significativa, ma allo stesso tempo semplice, con immagini che attirano l’attenzione, è stata La nuvola Olga di Nicoletta Costa, che ci è stata presentata come illustratrice durante il corso di Educazione alla lettura e che ha suscitato il mio interesse, per l’abilità dell’autrice nel rendere adatte le immagini a ciò che il testo vuole esprimere, e alla genuinità di colori e forme che evoca nell’insieme, e che suscitano nei bambini il piacere nel sfogliare il libro.
È stata proposta prima ai bambini di 3 e 4 anni che per l’occasione si sono riuniti in una classe e disposti nei vari banchi predisposti per l’attività, e che si sono dimostrati impazienti nell’attendere la lettura della storia che già li aveva colpiti per l’immagine della nuvola sulla copertina, ed erano emozionati come sempre quando si trattava poi di produrre realmente qualcosa.
La storia è stata letta cercando di dare enfasi per differenziare la voce della nuvola rispetto a quella degli altri personaggi, e nel frattempo si cercava di mostrare i vari personaggi oltre che nel libro, anche stampati su un foglio A4, per rendere meglio l’idea delle azioni che stavano svolgendo, attirando così i bambini che diventavano partecipi della lettura dialogata, perché venivano interpellati per verificare se avevano compreso le varie sequenze e se si ricordavano i nomi dei personaggi che Olga incontrava nel suo percorso.
Poi alcuni bambini venivano chiamati per interpretare il ruolo dei vari personaggi: essi provavano a ripetere ciò che questi avevano risposto ad Olga quando lei chiedeva se poteva fare la pipì: erano molto divertiti da questo e subito tutti alzavano la mano per provare a mettersi in gioco ad interpretare a loro volta i diversi ruoli.
Ma l’attività che più li ha coinvolti, e di cui si sono dimostrati orgogliosi, è stata la realizzazione della propria nuvola Olga personale: i bambini dovevano disegnare su un foglio bianco la nuvola, colorandola a seconda del gusto personale per renderla propria, e sul retro sarebbe stato poi incollato il cotone che rappresentava la sofficità e la morbidezza della nuvola.
Vi era chi l’aveva realizzata il più somigliante possibile alla Olga del racconto, chi l’aveva resa più personale decidendo di colorarla con il colore che più preferiva, c’era una nuvola piccola e timida e un’altra grossa e coraggiosa che rispecchiava il loro stato d’animo, e come avevano vissuto la storia a loro raccontata.
Con i bambini della sezione Primavera è stata narrata la storia presentata come una sorpresa, per suscitare ancora di più il loro interesse e perché potessero vivere il libro come un dono per imparare e riflettere su alcuni aspetti della vita quotidiana e sulle relazioni che vivevano già all’interno del nido come un mondo in piccolo, in cui bisogna considerare oltre alle proprie esigenze anche quelle di coloro che ci sono accanto.
I bambini si sono disposti in cerchio su un materassino, il cosiddetto angolo morbido, che rievoca un momento di intimità, sicurezza proprie di un’attività raccolta in cui porre attenzione a ciò che viene proposto: è stata perciò narrata la storia come sempre, mostrando le immagini dei personaggi che meglio permettono la comprensione di ciò che viene raccontato, aiutando a concentrare l’attenzione su ciò che i personaggi compievano e che erano azioni che potevano riscontrare e osservare anche nella vita quotidiana (la donna che stende i panni, il gatto che dorme, la gallina che passeggia con i pulcini)…
Si è trattato di svolgere una lettura dialogata tramite domande chiedendo magari “Avete visto che la nuvola nella storia incontra il sole?E voi l’avete visto?Dove si trova?”, giusto per unire racconto e realtà facendo un paragone.
Un’altra lettura che è stata scelta assieme alle educatrici, visto che era prevista una visita alla fattoria didattica per i bambini della sezione Primavera e per quelli della Scuola Materna, era il libro della fattoria in cui erano illustrati tutti gli animali che i bambini avrebbero potuto vedere nella realtà, e la loro casetta, spiegando che ad esempio “dalla mucca si ricava il latte per fare il formaggio”che i bambini a pranzo spesso mangiavano, “dalla pecora la lana per fare i maglioni perché quando fa freddo la mamma veste i bambini con vestiti più pesanti per rimanere al caldo”.
In seguito era stato chiesto loro qual era l’animale che preferivano e che avrebbero colorato con i colori a cera per inserire il disegno nella cartellina dei lavoretti compiuti nel corso dell’anno, e che sarebbe stato per loro un ricordo della giornata passata assieme ai compagni a vedere gli animali che già avevano potuto osservare nel libretto e che ricollegavano poi a quelli visti dal vivo.
Per concludere il progetto ho scelto un libro simpatico, ben illustrato e gradevole per il colore delle immagini, Ma che cos’è questo? ,che trattava la storia di alcuni animali che vedono per la prima volta il vasino e si chiedono che cosa possa essere, fantasticando mille soluzioni possibili, quando infine giunge il bambino esclamando che in realtà era il suo vasino mostrando agli animali a cosa serviva.
È stata una lettura che ha fatto molto divertire e sorridere i bambini, che fino a qualche mese prima usavano anche loro il vasino, per cui avevano esperienza di cosa fosse e a cosa servisse, e sentire gli animali che si interrogavano su quale fosse l’utilizzo dello strano oggetto li faceva sorridere, perché in realtà essi erano consapevoli dell’uso e si immaginavano gli animali che magari lo descrivevano come un cappello, una barchetta o una ciotola …
Queste sono le storie che ho deciso di affrontare e che mi hanno permesso di vedere come i bambini si approcciano ai libri, quali sono i racconti che li divertono di più, chiedendomi di rileggerne alcuni in particolare che li hanno colpiti per la loro storia, o perché si immedesimano nei personaggi dei racconti o perché possono avere un riscontro concreto nella realtà.
Altre volte mi è capitato, senza avere i libri davanti agli occhi, di raccontare soltanto alcune storie (Pinocchio, Cenerentola, Cappuccetto Rosso) e loro rimanevano stupiti e ponevano grande attenzione a ciò che dicevo, come se mentalmente si immaginassero ciò che stavo loro descrivendo.
La lettura, perciò, dovrebbe essere una costante nella vita del bambino accompagnandolo quotidianamente nel suo percorso di crescita, una compagna di vita che non dovrebbe mai abbandonarlo, e della quale il bambino dovrebbe percepire la necessità, non come un qualcosa di imposto che gli adulti vogliono che faccia sua.
Gli educatori, perciò, hanno il compito importante di saper proporre quelli che sono i libri più significativi che trasmettono un messaggio che il bambino può recepire, avendo anche la capacità, tramite la lettura dialogata, di farlo immergere ancora di più nel racconto emozionandolo e divertendolo.
Perché la lettura deve essere vissuta come qualcosa di piacevole, un piacere appunto, perché possa far emergere la motivazione intrinseca che spinge il bambino ad accostarsi ad essa.
Le attività didattiche conseguenti possono essere utili senza che il bambino le viva però come qualcosa di obbligatorio che è costretto a fare, ma come una componente che gli permette di entrare in pieno contatto con i personaggi e la trama.

Nessun commento:

Posta un commento