PER SOGNARE UN PO'...
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La favola non smette mai di affascinare, sia i piccini sia i grandi. Le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.

                          

sabato 12 febbraio 2011

La fiaba e le sue funzioni

Secondo quanto sostiene Bettelheim, la fiaba riflette il modo di pensare del bambino, rispecchia la sua visione del mondo, in quanto egli ha un pensiero animistico, per cui pensa che gli oggetti inanimati abbiano una vita propria, ed è egocentrico perché gli risulta normale, per esempio, che gli animali della fiaba rispondano alle domande che l’eroe pone loro, perché lo ritiene possibile.
Per l’adulto le risposte fornite dalle fiabe sono una fantasticheria, perché non è in grado di capire che il bambino non possiede ancora il pensiero razionale, e quindi ciò che la fiaba gli propone, quanto a soluzioni possibili, sono per lui adeguate al suo modo di pensare, perché in grado di capirle.
Sminuire le sue fantasie significa negargli quel senso di sicurezza di cui ha bisogno per affrontare i problemi che gli si presentano, e per consolidare la fiducia nelle proprie capacità.
Deve potersi sentire giustificato poi, nel provare alcuni pensieri che lo opprimono e lo sconvolgono, le cosiddette “fantasie di rivincita” , perché in questo modo potrà acquisire quella fiducia necessaria che lo porterà a risolvere le difficoltà.
Le fiabe, inoltre, svolgono la funzione di ordinare il caos che è presente nella mente del bambino, organizzando le sue idee, oltre a divertirlo e a dargli degli insegnamenti, attuando una certa continuità fra ciò che percepisce e la realtà circostante.
È bene che l’adulto proponga al bambino sia storie realistiche che fiabe, perché egli possa entrare in contatto con diverse tipologie di storie, che incrementano quello che è il suo pensiero razionale ed affettivo.
Il bambino, però, non dovrebbe venire a conoscenza di ciò che i personaggi delle fiabe rappresentano simbolicamente, perché questo potrebbe sconvolgerlo, aumentando il forte senso di colpa che già prova, per i pensieri oppressivi che lo turbano, mentre, invece, il ruolo della fiaba è quello di confortare, e placare quei sentimenti contradditori ai quali non saprebbe porre rimedio da solo.
Se non viene a contatto con le fiabe, a causa di tutte le sensazioni negative che prova, potrebbe sentirsi abbandonato, non degno di considerazione.
Egli necessita perciò di una continua rilettura, che gli permetta di calarsi nel ruolo del personaggio attraverso la drammatizzazione, per sentirlo più vicino a sé.
L’opinione dello studioso è che, le illustrazioni presenti nelle fiabe sono una fonte di distrazione per il bambino, perché con la lettura ad alta voce, da parte dell’educatore, dovrebbe essere in grado di formarsi le proprie immagini mentali, se invece queste gli vengono già rappresentate, si troverà a subire un ruolo passivo, non riuscendo ad alimentare la propria creatività.
Le fiabe iniziano con una situazione problematica che l’eroe deve affrontare; così anche il bambino, nella vita quotidiana, si scontra con numerose difficoltà che deve superare, trovando delle soluzioni ai propri problemi.
Le fiabe non devono partire mai dalla realtà fisica del bambino, perché questo potrebbe incrementare il suo senso di angoscia rendendolo consapevole dei pensieri oppressivi che prova, rappresentati simbolicamente dalle figure malvagie che l’eroe deve sconfiggere.
Dal momento che per il bambino è piacevole viaggiare con la fantasia, al termine della lettura è bene fare anche ritorno alla realtà di tutti i giorni, perché non rimanga intrappolato in una visione distorta della vita, così come l’eroe della fiaba, dopo aver affrontato numerose avventure, ritorna alla sua esistenza quotidiana.
Nella fiaba può accadere che una persona venga divisa in due entità fra loro separate, e questo è ciò che fa anche il bambino quando si trova a dover affrontare una relazione per lui troppo complessa.
Freud ha definito questo processo in psicanalisi “romanzo familiare”, perché il bambino crede che solo uno dei genitori sia vero.
La stessa cosa si verifica anche nelle fiabe perché spesso dei due genitori, uno non è quello vero, ma si tratta, per esempio, del patrigno o della matrigna.
Questa tecnica consente al bambino di esprimere i sentimenti negativi verso il falso genitore senza provare senso di colpa, e quindi, potendo in qualche modo giustificare i pensieri oppressivi che lo schiacciano.
Secondo quanto dichiara l’autore, la fiaba svolge un ruolo molto importante, nel valorizzare quelle che rappresentano delle piccole conquiste del bambino, che in questo modo si sente accettato e sostenuto, incrementando quella fiducia interiore di cui necessita per sconfiggere i problemi che gli si presentano.
Infatti spesso accade, che colui che nella fiaba viene definito come “sempliciotto”, in realtà si riveli un eroe molto abile, che dopo essere stato sottovalutato si dimostra in grado di abbattere i pregiudizi e di farsi valere per quello che in realtà è.

1 commento:

  1. Le fiabe sono fondamentali per lo sviluppo mentale del bambino a partire sin dalla prima infanzia;un modo per dargli la possibilità di viaggiare in un mondo fantastico di personaggi che sono ben lontani dalla realtà;è importante però fargli comprendere la differenza tra quello che è il mondo reale e quello che è il mondo della fantasia.Inoltre,un aspetto fondamentale delle fiabe è che in esse possiamo ritrovare molti significati che,una volta spiegati al bimbo,egli può ponderarli in sè,iniziando a maturare idee che saranno destinate a crescere in lui con l'avanzare dell'età.Una delle più belle fiabe che adoro è Cenerentola;il riscatto da un mondo crudele.Secondo me,è importante spiegare inoltre al bambino la differenza tra realtà e fantasia non solo perchè è giusto determinarne la differenza in sè,ma anche e soprattutto perchè il bambino non dovrebbe imitare i comportamenti di personaggi fantastici o di scene viste alla tv.Ormai molto spesso alla tv o alla radio si sentono casi di bambini che, volendo imitare i loro supereroi preferiti giungono ad assumemere comportamenti pericolosi,mettendo a rischio anche la loro vita.Le fiabe non dovrebbero senza dubbio mancare nella crescita di ogni bambino,ma non dovrebbero mancare nemmeno nella vita degli adulti.Certamente la maggior parte della società adulta di oggi ritiene che le fiabe "siano cose da bambini"...però ritengo che i cartoni animati,le fiabe,e qualsiasi altra cosa ritenuta "per bambini" sia altrettanto importante per la persona adulta,anche se evidentemente la persona adulta non se ne rende il più delle volte conto...perchè non ha il tempo per rendersene conto,oppure perchè non vuole?..opto per la prima ipotesi,dato che oramai la vita frenetica di tutti i giorni,tra lavoro,computer,riunioni,ecc. ci ha fatto pedere i molti valori che una volta erano più manifesti.Ritornando a noi,le fiabe e i personaggi della fantasia sono importanti per l'adulto che cerca una via alternativa alla realtà...un momentaneo allontanamento dalla vita quotidiana.Uno degli autori americani di maggior successo dei primi anni del '900 fu J.R.R.Tolkien.Con il suo romanzo di più maggior successo "Il signore degli anelli" da cui è stato tratto anche l'omonimo film in trilogia,che ha riscontrato un enorme successo tra il pubblico adulto..a riprova che le fiabe non sono solo dedicate al mondo dei piccoli,ma anche al mondo dei grandi...spero di esserti stata di aiuto in qualche modo,un grande bacione...Elisa N.

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