PER SOGNARE UN PO'...
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La favola non smette mai di affascinare, sia i piccini sia i grandi. Le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.

                          

domenica 13 febbraio 2011

Il superamento del Complesso di Edipo

Il bambino può provare rancore nei confronti del padre che rappresenta l’ostacolo che si frappone fra lui e la madre, nell’ottenere da questa tutto l’amore che vuole avere in modo esclusivo.
La fiaba gli propone quelle che potrebbero essere le possibili soluzioni per giungere a questo scopo.
Dalla fiaba egli, però, riesce a capire che non è il padre che ostacola il loro amore ma la colpa è di un drago malefico che il bambino deve uccidere.
Egli capisce poi, che ciò che desidera in realtà è l’amore di una fanciulla che non ha ancora incontrato, tenuta prigioniera da un malvagio essere, che vorrebbe essere salvata per poi sposare l’eroe.
Il finale in cui sono presenti gli eventuali figli, nati dal rapporto d’amore dell’eroe con la giovane ragazza, non rientra a far parte di quella che il bambino considera un’esistenza felice, perché questo comporterebbe lasciare la madre per occuparsi del sostentamento della famiglia, mentre nella situazione edipica il bambino non può separarsi dalla figura materna.
Nel caso dei conflitti edipici di una bambina, ciò che ostacola il suo rapporto d’amore con il padre è una donna anziana, immagine simbolica della madre, che è gelosa della sua bellezza e per questo la tiene prigioniera.
La bambina desidera avere dei figli con il padre, perché è consapevole del fatto che questi sono ciò che permette ad un uomo e ad una donna di essere più uniti fra loro, non implicando però il rapporto sessuale, di cui non concepisce ancora la necessità.
La bambina nonostante provi dei sentimenti negativi nei confronti della madre, ha la necessità di poter continuare a ricevere le cure da lei, perciò la divide in due figure separate fra loro, la madre buona e quella malvagia, potendo così, allo stesso tempo, essere sostenuta e difesa da quella buona riservando a quella malvagia, quei sentimenti di collera e rabbia che prova nei suoi confronti, senza pentirsene.
Secondo quanto attesta Bettelheim, il genitore o l’educatore, accostandosi al bambino nel presentargli la fiaba contribuisce a sostenerlo, con la sua vicinanza, nel percorso di crescita che sta compiendo, aiutandolo a credere sempre ad una soluzione felice ad ogni difficoltà.
Se i sentimenti di rabbia e collera che il bambino prova rimangono inespressi nel suo inconscio, egli continuerà ad essere sopraffatto continuamente da emozioni negative.
Per evitare questa condizione, deve essere esteriorizzato il mostro interiore che lo opprime attraverso le soluzioni che le fiabe propongono perché in questo modo, può trovare la spiegazione ad una situazione di angoscia.
Dopo aver portato a termine le imprese l’eroe risulterà vincitore, perché attraverso le difficoltà affrontate è cresciuto interiormente, conquistando la propria identità, e per questo sarà degno di comandare sul regno, dopo aver contratto il matrimonio con la partner adeguata.
Nel bambino questa conclusione rappresenta la risoluzione dei conflitti edipici, e la raggiunta formazione di individuo con la propria personalità ed identità.
Inoltre, il bambino, sente la necessità che la giustizia faccia il suo corso, così che il malvagio della fiaba venga punito per le crudeltà commesse, perché solo in questo modo potrà esserci la giusta risoluzione, sia per la dura lotta compiuta dall’eroe, che per il bambino che in questo modo vedrà prospettarsi un futuro felice privo di contrasti.

1 commento:

  1. Le fiabe credo che rappresentino un importante manuale di insegnamenti per la formazione ed educazione di una persona. Per il bambino esse sono lo strumento più efficace per fargli apprendere i valori della vita ritenuti giusti e sbagliati. Infatti esse attraverso la fantasia e il gioco insegnano cosa sia il rispetto, l'amore, l'amicizia ,l'onestà e tanti altri valori e di come questi, se praticati, siano fonte di benessere per la persona. Nello stesso tempo insegnano come invece da valori quale l'egoismo, la cattiveria e quant'altri non si riesca a trovare nessun beneficio, nè per se stessi,nè per le altre persone a cui ci rivolgiamo. Inoltre i bambini apprendono per imitazione per la maggior parte, perciò il leggere e rileggere le fiabe diventa un momento di crescita psicosociale, in cui il bambino stesso riflette sulle azioni dei personaggi che la lettura offre, maturando così(lentamente e inconsapevolmente) nel proprio status sociale. Così anche il complesso di Edipo credo sia giusto consideralo come il periodo di vita in cui il bambino inizia non solo a provare ma anche a capire cognitivamente la potenza delle proprie emozioni e sentimenti, con le loro relative conseguenze. Anche in questo caso le fiabe credo che siano uno strumento importante per aiutare il bambino a focalizzare su ciò che sente interiormente , iniziando così a capire davvero l'importanza delle relazioni per la propria formazione.

    E poi ogni sorta di lettura che leggiamo nel corso della vita non è sempre una fiaba? Certo non ci sono mostri, cavalieri con l'armatura e fanciulle da salvare , ma sono lo stesso strumenti che ci offrono una morale, una via di riflessione da cui poi siamo noi stessi a decidere se può influire in qualche maniera nel nostro operato quotidiano.
    Silvia D.

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