PER SOGNARE UN PO'...
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La favola non smette mai di affascinare, sia i piccini sia i grandi. Le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.

                          

giovedì 17 febbraio 2011

Come leggere ad alta voce

L’adulto che legge comunica con il bambino trasmettendogli il significato del libro ed una parte di sé : il bambino è perciò in grado di capire se l’educatore non è coinvolto dalla lettura, perché magari inconsapevolmente comunica con il proprio corpo se in quel momento non è predisposto al dialogo e se sta provando un reale interesse per il libro.
È bene che quando l’educatore legge, stabilisca un legame con l’ascoltatore, in particolare tramite il contatto fisico, che è ciò che unisce maggiormente due persone e le avvicina sempre più.
A ciò contribuisce anche il contatto visivo, lo scambio di sguardi, che fa percepire al bambino la consapevolezza di essere parte del legame.
La lettura ad alta voce dovrebbe continuare anche quando il bambino sarà in grado di leggere da solo, perché gli permetterà di mantenere quel vincolo che si era costituito tra lettore e ascoltatore, per consolidarlo maggiormente, potendo il bambino, in questo modo, contare su una persona che gli è vicina e che tramite la lettura gli trasmette delle sensazioni.
Secondo il parere di Rita Valentino Merletti, l’educatore non dovrebbe però immedesimarsi troppo nella parte che legge, non prestando la dovuta considerazione al bambino, che si potrebbe sentire ignorato, in quanto svolge un duplice ruolo, quello di lettore e di ascoltatore, attento alle emozioni, che con la sua voce trasmette al bambino.
Non è nemmeno sempre necessario che la sua voce si adegui al ruolo del personaggio della storia che deve interpretare, in quanto la lettura deve essere proporzionata alla personalità del lettore, che deve lasciarsi guidare da quello che è il suo modo di comunicare.
È necessario che utilizzi un linguaggio chiaro e lento, per catturare l’attenzione dell’ascoltatore, che viene in questo modo trascinato dalla lettura ad immedesimarsi nei personaggi, ma avendo anche il tempo utile per formarsi proprie immagini mentali, per capire meglio ciò che la storia vuole trasmettere.
Sarebbe vantaggioso da parte dell’educatore raccontare più che leggere, perché in questo modo può rendersi conto direttamente delle sensazioni che la sua voce suscita nell’ascoltatore, per capire se ciò che legge colpisce l’ attenzione o se, invece, la lettura è troppo impegnativa e crea noia, e quindi non viene vissuta come un’esperienza educativa.
Può accadere che l’ascoltatore si possa distrarre, ma sarebbe proficuo evitare di rimproverarlo, perché già in precedenza, si è affermata la teoria della gratuità della lettura, che non deve essere vissuta come una costrizione, e il bambino quindi può decidere di non partecipare a questi momenti, presentandosi magari più ricettivo, la volta successiva.
Il lettore dovrebbe aver già letto, in precedenza, il libro prima di proporlo al bambino, perché in questo modo, essendo a conoscenza della storia e degli argomenti che tratta, è in grado di capire se il libro è adeguato al livello di sviluppo raggiunto dal bambino.
Saprebbe fare le pause di respiro nei momenti adeguati, atti a creare suspance, per coinvolgere meglio l’ascoltatore, e quando effettuare i cambi di voce per differenziare i personaggi della storia tra loro.
Se un particolare della storia non è stato compreso, perché si è distratto, è bene ripeterlo, perché il bambino potrebbe aver perso il filo del discorso, e non essere più in grado di coglierne il significato.
Nel caso in cui il libro scelto dall’educatore necessiti di troppi “tagli”, perché potrebbe risultare di difficile comprensione al bambino, significa che non è adeguato al suo livello di sviluppo, e quindi, sarebbe preferibile presentarlo più avanti.
Gli scrittori di libri per bambini di solito utilizzano un linguaggio preciso e chiaro, ma, a volte, possono essere presenti nei libri parole che il bambino non è in grado di comprendere: in questo caso non deve essere fatta un’ulteriore semplificazione in quanto è necessario che alcune di queste siano presenti, perché il ruolo della lettura ad alta voce è anche quello di aiutare il bambino ad arricchire il proprio lessico con l’aiuto del lettore.
Secondo lo scrittore Umberto Eco un autore scrive solo metà di un libro, perché la restante parte spetta al bambino, che deve mettere in relazione ciò che è narrato nel libro, con la propria esperienza personale, arricchendo l’opera di un valore aggiunto, riempiendo gli “spazi vuoti”, che permettono quindi alla storia di essere interpretata in modi differenti a seconda del lettore.
Tre sono le competenze che permettono al bambino di fare proprio il libro: linguistica, comunicativa e letteraria, perché utilizzando queste capacità, il bambino può trarre dalla lettura un’esperienza piacevole e gratificante.
Spesso viene sottovalutata l’importanza della rilettura, che invece costituisce per il bambino una parte fondamentale, in quanto incrementa il suo senso di sicurezza, perché si trova a dover affrontare un libro, che gli è già stato presentato e di cui conosce lo svolgimento ed il finale.
Lo priva dell’ansia che scaturisce quando si trova a dover affrontare una situazione a lui sconosciuta, e che genera grande sconforto, perché non è in grado di controllarla: con la rilettura invece, può anticipare il lettore riguardo alle azioni che il protagonista ha intenzione di compiere, eliminando perciò la sensazione di paura e scoraggiamento che l’ignoto gli procura.
In questo modo l’ascoltatore è in grado di comprendere meglio la storia in profondità, può cogliere quegli aspetti che nella prima lettura da parte dell’educatore, gli erano sfuggiti, “impossessandosi” pienamente del libro.
Il lettore da parte sua, deve ascoltare ciò che la rilettura ha promosso, per quanto riguarda sensazioni ed emozioni suscitate, ponendo attenzione a ciò che il bambino vuole comunicargli, evitando di trasformare questo dialogo, in un interrogatorio.
La lettura “non chiede nulla in cambio”, si tratta di un’esperienza gratificante che comporta un arricchimento interiore sia per il lettore che per l’ascoltatore.
Se la storia viene presentata in momenti successivi, sarebbe positivo, che il lettore facesse un piccolo riassunto della storia, per riportare l’ascoltatore al momento precedente in cui erano rimasti; può essere utile anche chiedere al bambino di raccontare quello che si ricorda dell’esperienza passata, per verificare se ha mantenuto in memoria alcuni avvenimenti.
Rita Valentino Merletti asserisce che il lettore potrebbe anche proporre al bambino alcuni confronti fra le letture svolte in un certo periodo di tempo, per mostrargli le differenze ed uguaglianze che intercorrono fra le diverse storie, per fargli capire anche come il protagonista ha saputo risolvere i problemi adottando soluzioni differenti.
Il confronto, potrebbe anche riguardare quelle che sono le caratteristiche fisiche del libro, come ad esempio, la diversità di materiali con cui può essere realizzato (stoffa, gomma, cartone), l’analisi delle illustrazioni che si diversificano per i colori sgargianti, la grandezza di certi particolari, il titolo che può raccontare le avventure dello stesso protagonista in libri diversi …
Spesso i libri per bambini sono sottovalutati, considerati come sottoprodotti letterari, in quanto in Italia, è stata molto presa in considerazione, la critica aspra di Benedetto Croce, che ha sostenuto il fatto che i bambini non sono in grado di apprezzare gli elementi artistici di un’opera letteraria.
L’adulto quando propone un libro al bambino, sarà più partecipe, quando si tratta di un libro risultato interessante anche per lui, perché solo in questo modo potrà trasmettere la stessa passione che anche lui ha provato in prima persona e, quindi, sarà in grado di appassionarlo alla lettura per la vita.
Oltre ad un interesse personale verso il libro da presentare, deve però tenere in considerazione quelli che sono gli interesse del bambino, il suo sviluppo cognitivo, le esperienze di lettura precedenti, per offrire un momento costruttivo, in grado di incidere profondamente nel futuro, per quanto riguarda la sua formazione di lettore.

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